Il riscatto della laurea agevolato è senza dubbio un’opzione conveniente in termini di costi immediati, permettendo di trasformare gli anni universitari in contributi pensionistici a una spesa molto più contenuta rispetto al riscatto ordinario. Tuttavia, è fondamentale comprendere che questa convenienza economica si traduce in una minore incidenza sull’importo finale della pensione.
Nel caso del riscatto ordinario, benché il costo sia notevolmente più elevato, la sua importanza sulla futura pensione può essere significativa. Per esempio, una laurea conseguita prima del 1995 (ovvero in un periodo in cui il calcolo della pensione era retributivo) può portare a un aumento dell’assegno pensionistico anche del 10%. Lo stesso può valere per chi rientra nel sistema misto (con contributi versati tra il 1995 e il 2011). In questi casi, il riscatto ordinario incide direttamente sull’ammontare della pensione futura, rendendo l’investimento iniziale potenzialmente molto più remunerativo nel lungo termine.
Diversamente, per chi ricade interamente nel sistema contributivo (cioè con anzianità contributiva a partire dal 1996), i circa 6.000 euro versati per ogni anno riscattato con la modalità agevolata incideranno in misura molto più limitata sull’importo della pensione. In questo scenario, il vantaggio principale del riscatto agevolato non è tanto l’aumento dell’importo pensionistico, quanto piuttosto l’opportunità di raggiungere l’anzianità contributiva necessaria per la pensione più rapidamente.
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